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“il mio destino è quello di scrivere”: Domenico Rea e l’editoria milanese

Domenico Rea

Convegno
Giovedì 1 dicembre 2022
Via Festa del Perdono 7; aula 113, ore 14.30

Nel centenario della nascita dello scrittore Domenico Rea, il Convegno indagherà il rapporto fra Rea e l’editoria milanese.
Oltre all’importanza del tema, ancora poco indagato, il Convegno ha fra i suoi punti di forza il riferimento all’Archivio della Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori di Milano, in cui è conservata una ricca documentazione delle vicende letterarie e editoriali di Rea.
Esordiente precoce, Domenico Rea, don Mimì per gli amici, viene scoperto subito da Alberto Mondadori, con cui intrattiene un intenso e affettuoso rapporto epistolare; anche Arnoldo si convince subito del valore del giovanissimo Rea, investendo su di lui senza indugio. Le vicende dell’esordio folgorante di "Spaccanapoli" (1947) sono complesse e controverse, fra ritardi, incertezze, momenti di sfiducia: ci mostrano una problematicità di rapporti fra Rea e Milano che non si scioglierà mai del tutto. Una questione cruciale è la richiesta pressante, da parte soprattutto di Arnoldo, di un romanzo, mentre Rea pare soprattutto uno scrittore di racconti, come conferma il secondo bellissimo libro, "Gesù, fate luce" (1950). I rapporti con Alberto e gli editor mondadoriani restano affettuosi, ma Rea è sempre tormentato dall'ansia di essere riconosciuto. Mondadori resta l’editore di riferimento fino a "Una vampata di rossore" (1959): poi comincia il cosiddetto “silenzio di Rea”. Ci vorranno più di trent’anni perché don Mimì torni a Mondadori, stavolta con Leonardo, che pubblica e sostiene il romanzo "Ninfa plebea" (Premi Strega 1993), che ritrova la forza e la freschezza dei primi libri di Rea.

14 novembre 2022
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